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Eleonora Parenti

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Tempio” di Eleonora Parenti

 

L’acquaforte della Parenti è un trionfo di semplicità abissale, che in pochi tratti modula l’armonia e la verità dell’emozione alla fisicità franca, ma pudica, venerabile. L’artista imprime la profondità del valore e del senso, cui il segno del corpo femminile rimanda: la corporeità è templare, letteralmente parte delineata di cielo, partecipante del passaggio rituale fra luogo profano e sacrale, misterico e inaccessibile, se non all’iniziato che la onora, a custodire il segreto dell’eternità della vita e della conoscenza.

Eleonora Parenti, La piuma.jpeg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “La piuma” di Eleonora Parenti

 

La piuma incisa della Parenti, che dal calamo volge lamine discendenti, è letteralmente e sostanzialmente ciò che ondeggia, naviga, nuota nell’aria, nella sintesi elementare d’aria e di acqua, di trascendenza solare e umbratile immanenza. È il luogo ermetico di un alato e psicopompo messo divino e mediatore. Così, se il disegno è costitutivamente un luogo umano e segnico, la piuma è mezzo di eccedenza, sacrificale e rinascente, per l’orienza del senso, per la superna trasmutazione visibile dell’invisibile.

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