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Emiliano Serafini

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Senso 1” di Emiliano Serafini

 

L’opera tagliente e partecipata del Serafini, fra ondosi moti di volontà ed isole d’identità e di negazione, appare una pelle rovesciata e narrante le vie dell’interiore. La matericità concede la profondità, in lenta emersione in superficie di nuovi principi: è nuovo nucleo di sé, attorno cui costruirsi, per una futura decostruzione. L’impossibilità si bilancia all’infinità dei possibili: è l’ancora che fugge la deprivazione, nella ripetizione del gesto stereotipico, sempre uguale e sempre nuovo, che non vuole sazietà della prova all’esistere. Testimonianza di vita l’artista trova nella qualità sensoriale: unica restituzione

e riconoscimento sull’anonimia filosofica dell’oggettuale.

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