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Franco Corsi

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Aurora galattica” di Franco Corsi

 

Il movimento cromatico universale del Corsi richiama Eos, l’aurora, che nasce dal caos notturno: la dea dalla veste color zaffiro e le rosee dita, che piange la morte filiale in rugiada e apre le porte del giorno, declinando la congiunzione d’amore sublime con Astreo, padre delle stelle. La prima luce è il possibile infinito delle figurazioni a venire, che sospende il tempo all’attimo che precede la scelta cosciente e soffia i figli venti, forieri di nuove prospettive.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “La caduta di Icaro” di Franco Corsi

 

Il movimento igneo del Corsi partecipa della rapidità ascensionale della coscienza di Icaro, che brama la dimensione solare della conoscenza, nella sfida dei limiti della propria stessa natura umana, nella hybris alata di un’identificazione alla deità. Ma la rimozione dell’ombra è un cammino inflattivo, che comporta il sacrificio e il fatale sopravvento del luogo inconscio, che precipita l’eroe nell’archetipico grembo primario dell’abisso marino, perché all’uomo è un destino ciclico d’ascesi e di caduta, a trovare la sintesi unitaria degli opposti.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Codex Atlantic” di Franco Corsi

 

La dimensione materica astratta del Corsi è luogo archetipico di congiunzione dei luoghi elementari opposti d’acqua e di fuoco, come d’inconscio e di coscienza, fra latenza e disvelamento di uno spazio franco di civiltà edenica perduta. L’artista riconduce alla memoria immemoriale della protoforma della vita in concentrico pulsante nel contenimento primario del grembo acqueo, attraverso un codice estetico che lega la genesi del micro al macrocosmo.

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