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Josine Dupont

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Acqua” di Josine Dupont

 

La rêverie elementare della Dupont non è semplice abbandono; è il movimento profondo di una genealogia dell’identità, che risale, oltre i dolenti sipari angusti della prigionia della rappresentazione in forma,

alla materia e al gesto sintonico, sincronico e sinfonico che l’abita, in sinestesia di tutti i sensi insieme, all’energia cromatica, frequenza dell’azione in approfondimento. È un descensus al risucchio del primario contenimento materno e al bacino oceanico della nascita della vita, fino a liberare il continuum dell’uomo al mondo nell’emozione inconscia dell’appartenenza archetipica alla volontà di vita, che supera il principio individuationis e lancia il divenire eterno e inarrestabile della metamorfosi dell’essere.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Argentario” di Josine Dupont

 

La prospettiva della Dupont si sospinge, coraggiosa, dal sottile promontorio di terra che aggetta verso il mare, è la meraviglia tesa ad una transizione spaziale, ad un cammino d’iniziazione, che liberi dalle vecchie certezze in errore dell’uomo. È il movimento che innatura ai quattro elementi, al passaggio rituale, partecipante l’ineffabile bellezza, in un superamento di sintesi misterica dell’ombra alla luce, per la morte e la rinascita della coscienza.

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