GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Lorenzo Pompeo Lombardo
Critica in semiotica estetica dell’Opera “Galassie lontane” di Lorenzo Pompeo Lombardo
Il sensibilissimo ascolto emotivo, cromatico e vibrazionale del Lombardo è la sinestesia d’integrazione dei poli scissi. Lo sguardo dell’artista si estende dal microcosmo intimo dell’identità, a reintegrare il rimosso, fino al macrocosmo della recessione delle galassie, che allentano sonoramente la frequenza verso il silenzio, per ritrovare l’abbraccio armonico del singolo alla totalità, in cui l'ultravioletto e l'infrarosso dello spettro psichico e dello spettro elettromagnetico vengano integrati in una sintesi di opposti, per una visione dell’invisibile, per un intatto tangere, per un udibile inaudito.
Critica in semiotica estetica dell’Opera “Trame scomposte” di Lorenzo Pompeo Lombardo
Il flusso pittorico del Lombardo è la sorprendente sinestesia di un ascolto archetipico profondo, fino a scomporre le trame, fino letteralmente a passare al di là dell’indistinzione, a cogliere il luogo atomico originario, ulteriormente inscindibile, delle scie e delle pressioni vibrazionali sulla pelle: fino a rubare le carezze iridate dei suoni. La memoria inconscia del vissuto prenatale nel grembo materno si riattiva nel tatto, madre dei sensi, che primariamente tutti li raccoglie e, in una percezione estesa, riconduce all’esperienza della sincronia sintonica, in sinfonia all’ambiente.
Critica in semiotica estetica dell’Opera “Composizione N.39” di Lorenzo Pompeo Lombardo
Le sonorità cromatiche del Lombardo sfogliano concavi ricetti epidermici d’ascolto dello spazio. La continuità percettiva estesa di sé all’ambiente supera la visione oscurante dell’apparenza e profonda alla dimensione instante e unitaria dell’essere, oltre la finestra del punto di vista, in un brivido coessenziale.
Critica in semiotica estetica dell’Opera “Composizione n.192” di Lorenzo Pompeo Lombardo
Il bagno cromosonoro del Lombardo è ascolto epidermico, in una sinestesia profonda che trascina indietro, come una corrente, alle memorie archetipiche inconsce dell’indistinzione primaria, in sintonia sinfonica della vita nel ricetto materno, a ricapitolare la filogenesi e l’aggregazione dell’energia in materia della cosmogonia universale.