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Mara Maria Poli

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Io ti vedo” di Mara Maria Poli

 

La filata fluidità immediata della grafica abbandonica, dimentica ed irriflessiva della Poli apre ad una visione aprospettica e liberamente onirica. Il dolore diurno e cosciente dell’assenza si trasfigura e sublima, si scioglie nel rituale discendente e ritornante dell’abbraccio grembale della pioggia, che mesce e che rinasce, che evoca e presentifica l’oggetto del desiderio alla visione: la fortezza serrata del mondo è vinta

al dialogo con l’assente presenza, che dà senso alle cose.

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