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Martina Cortelli Panini

Martina Cortelli Panini, Curve, linee, nient'altro 1.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Curve, linee, nient'altro 1” di Martina Cortelli Panini

 

Se è vero che la forza cosciente dell’uomo di separazione dall’inconscio si sviluppa lungo una fenomenologia del contro e breve l’esistenza nasce nel dualismo del contro-essere alle cose, è anche vero che il movimento inconscio sospinge dalla distinzione e opposizione all’unità consustanziale, al continuum profondo di uomo e di natura, a superare il tempo. Così l’identità dell’uomo, nel dittico fotografico della Cortelli Panini, è la bachelardiana immagine materiale di un impasto ideale, una sintesi perfetta di resistenza e cedevolezza, ove l’uomo si fa Atlante riconoscendo l’alterità del mondo e pur concedendosi la forza per sollevarlo, in un atto di senso, che solleva il peso esistenziale.

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