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GALLERIA DI OPERE IN POESIA E ARTE CONTEMPORANEA
con Critiche in Semiotica Estetica di Fulvia Minetti
Mirta Lucia Arduini (Raiquen)

Critica in semiotica estetica dell’Opera “L’eternità nella musica” di Mirta Lucia Arduini
L’espressione pittorica della Arduini è ricerca d’immediatezza e d’essenzialità , della comunicazione emotiva, panica, diretta. Eppure il frammento isolato e lineare dell’istante del soggetto è aperto all’eco sonora della primigenia continuità dell’uomo alla natura, all’elemento della materia costitutiva e comune alla vita. La musica, la più antica e impalpabile delle arti, è la sinestesia della vittoria dell’artista sui tempi, sui confini, sulle fratture delle distanze, delle separazioni, nel desiderio sempre possibile d’accoglienza, d’armonia al tutto.
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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Rinascere” di Mirta Lucia Arduini (Raiquen)
Il linguaggio pittorico della Arduini è piena emozione cromatica diretta, tangibile: la pennellata sferica accresce e matura turgidi grappoli di sensazioni, tutte da cogliere. Non una sola è la nascita: nella vita l’uomo rinasce ogni quando si volga a mirare una differente prospettiva. Anche qualora l’ambiente sia grembo ostile all’accoglienza, nel movimento della volontà del soggetto è insita l’occasione autogestante
di riuscire ad essere se stesso, in nuove forme, in nuovi sentire.
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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Danza alla vita” di Mirta Lucia Arduini (Raiquen)
La pullulante germinazione vitalistica della Arduini, in Arte Raiquen, è danza rituale, cosmogonica ed ontogenetica al contempo, a collegare le dimensioni singolare ed universale. Da un modello archetipico concentrico pulsante di grembi planetari, l’espressione si sviluppa in una gemmazione dondolante e proliferativa, fino ad una melodica e roteante conquista dello spazio infinito, ove l’immaginazione stessa è diretta creazione cosmica, a partire da un’identità radiale, che nello stesso tempo si nutre del divenire degli attributi umani e dell’essere degli attributi celesti.

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Attonita morte di un figlio” di Mirta Lucia Arduini (Raiquen)
La celebrazione partecipata della nigredo della Arduini è il solvimento assoluto di ogni forma della coscienza, di ogni parola del pensiero, poiché è ineffabile, inconscio, informe e totale il dolore del lutto filiale, che investe l’identità quanto l’universalità del grembo della natura. Eppure, oltre la specificità dell’apparenza transitante in figura, è sempiterna l’essenza della vita che non muore e infinite sono le maschere degli aspetti della sua epifania nelle cose, a perpetuare il senso e il valore di un dono d’essere, che mai potrà essere sottratto.