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Pierubaldo Bartolucci

Aggiunta

Aggiungo rovine di sogni
ai giorni vani di vento,
contento…

​

Se l’alba sapesse
proibire gli incanti!

​

Appena finiti gli auspici:
future congiunture d’amore
a seguire le ore
ormai salve dal sole.

​

Adesso confesso
l’eccesso di chiose fumose
al mago di turno, notturno.

​

Spergiuro rammento
Il lamento del tempo.

​

Semmai al Nadir
fossi a contare
faville celesti
sul tuo viso fiero,
distante appare severo
il maniero, il mistero
di veglie d’estate,
dorate.

​

Giammai risate stonate
toni ridanno di voci,
di bagni d’oblio.

​

Prolisse carezze
d’avanzo di brezze
aggiungo…

 

Critica in semiotica estetica della Poesia “Aggiunta” di Pierubaldo Bartolucci

 

Echeggiante nell’aria e in cerchi concentrici sull’acqua vagheggiante, la parola del Bartolucci è ode alla sinestesia della rêverie immaginativa, che supera la dimensione diurna della coscienza e la linearità fugace e sottraente del tempo. Il poeta aggiunge tempo oltre il tempo, non allungando quantitativamente, ma allargando qualitativamente gli istanti, nell’aggiunta creativa che congiunge l’impossibile: gli occhi alle stelle, il viso al maniero, il palmo alla brezza, stretti in un’armonia universale.

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