top of page

Raffaele Mazza

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Gesù nell’orto degli ulivi” di Raffaele Mazza

 

La fusione plumbea del Mazza vuole esprimere la vittoria della trascendenza del significato sulla materia segnica del dolore immanente. Al rituale sacro della preghiera, all’ufficio del verbum, viene alla luce della parola, che invoca il divino, il senso della vita eterna. Dal concentrico al catartico il dire è il grembo di raccoglimento che gesta all’uomo tutti gli assetti dalla volontà che lega le cose e tutte le parole all’artista sono nomi della divinità, relazione memoriale, attraverso il desiderio, la sofferenza e l’estasi,sono metafora, mimesi, ripetizione analogica del proprio fine.

Raffaele Mazza, La creazione.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “La creazione” di Raffaele Mazza

 

Il pathos scultoreo del Mazza, omaggiante la creazione michelangiolesca, è enfasi della tensione indicale dell’uomo alla perfezione divina, compressa e raggelata entro le fattezze lignee, radicate all’elemento terrestre, a negare il completamento dello slancio di elevazione spirituale, il cui sentimento mina la certezza della mente, ad abitare un luogo “umano, troppo umano”. Emerge la costitutività segnica dell’uomo, che è immagine e somiglianza e indice stesso, letteralmente il luogo che dice, il movimento che mostra la conoscenza, in qualità di un altrove da essere, d’inafferrabile rinvio e che tuttavia egli persegue, per la ricerca della verità.

Raffaele Mazza, Santissimo costato.png

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Santissimo costato” di Raffaele Mazza

 

La rappresentazione sacra del Mazza è una profonda partecipazione dell’uomo alla passione di Cristo, lungo il rituale misterico che conduce dal sacrificio alla rinascita alla vita eterna. L’artista attinge al significato di simboli numerici ed evangelici, dalla quaternità dalla crocefissione dell'uomo ordinario nei quattro elementi materiali, alla sua liberazione nella quintessenza spirituale. Del costato il sangue è sacrificio segnico di morte e l’acqua è la vita risorgente all’eternità dello spirito: è il senso della trasmutazione delle tenebre in luce, di un’esistenza che passa per il calvario della sofferenza e rivolge alla sublimazione dell’oro divino e filosofale.

Raffaele Mazza, Infinito.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Infinito” di Raffaele Mazza

 

Di fuoco e d’acqua, in sulphur e mercurius, si mescono, si scambiano, si eternano gli opposti di maschile e di femminile del Mazza. È il solvimento nell’indistinzione dell’armonia irriflessa della vita e la coagulazione verticalizzante di rinascita, per scansione intima del ritmo di verità. Dalla nigredo della terra, alla soluzione dell’acqua, alla distillazione del fuoco, alla sublimazione dell’aria, l’amore libera l’infinità, che trasmuta la materia nell’oro di conoscenza.

bottom of page