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Raffaella Febbo

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Aspettando Domani” di Raffaella Febbo

 

Fra il blu e l’arancio, la Febbo risolve la tensione lineare degli opposti, di pensiero e d’emozione d’incontro, all’interno del grembo di senso di un tempo circolare. È questo l’athanor che trasmuta il conflitto dei dualismi nell’aurea visione interiore di un superamento divino. E la deità feconda la novella Danae di pioggia dorata, per eternazione di sé in Perseo, che vinca l’inconscio nel riflesso significante dell’arte.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Regina dei ghiacci” di Raffaella Febbo

 

I colori a spatola della Febbo accompagnano la forma nella rêverie materica e profonda dell’elemento acqueo, al grembo archetipico di continuità fra il femminile e il naturale, che affranca dai confini di finitudine. Il complesso di Ofelia conduce al superamento dei dualismi oppositivi e attrae fatalmente all’acquiescenza nell’indistinzione, nel ritorno all’origine, nel naturale affidamento alla totalità unitaria, all’aureo oggetto d’eternità.

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