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Roberto Bocchini

Roberto Bocchini, Nascosti agli sguardi.jpeg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Nascosti agli sguardi” di Roberto Bocchini

 

L’alchimia amorosa del Bocchini vela e rivela al contempo la sintesi degli opposti, un femminile acqueo, ricettivo e inconscio ed un maschile igneo, attivo e cosciente, fra solvimento e plasmazione.  Mercurius, sulphur e sale di brezza marina compiono l’opera di morte del principio individuationis, alla rottura della norma sociale, per la presentazione occulta e diretta all’anonimia plurale e instante di un cogito tacito.  È la rigenerazione della conoscenza dall’eros: il venire alla luce dal cuore di verità intima della vita fremente.

Roberto Bocchini, The Archetype.jpeg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “The Archetype” di Roberto Bocchini

 

La texture fotografica e digitale del Bocchini esprime l’impossibilità della visione originaria dell’archetipo. Secondo il mito orfico, Dioniso fanciullo si specchia e scorge i titani alle sue spalle in essi vedendo effettivamente di sé, questo vissuto alienante sconcerta il dio, che infrange lo specchio in caduta. I titani, approfittando del turbamento, sbranano Dioniso, che, privato del compimento del rituale d’iniziazione, non s’identifica nelle aspettative del principio di realtà. Zeus punitore incenerisce i titani e dalle ceneri nasce l’uomo, che così serba una inconscia costitutiva sintesi di titanica animalità e di essenza divina. Proprio e costitutivo dell’uomo è uno specchio in frantumi, ma ogni frammento segnico conserva il rimando all’oggetto impossibile della visione originaria: è questo il primo istante di nascita del logos. Il frammento è una domanda aperta, senza una risposta definitiva.

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Critica in semiotica estetica dell’Opera “Imago Mundi” di Roberto Bocchini

 

Lo scenario postapocalittico del Bocchini intelaia texture grafiche e fotografiche nell’intreccio inscindibile dell’immagine dell’uomo all’immagine del mondo. Dell’arazzo in divenire l’intreccio ordente dell’alterità è provenienza e destinazione, a rifondere i dualismi in una totalità unitaria consustanziale, nell’alfabeto muto, irriflesso, precategoriale e universale del corpo terreno.

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