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Valentina Di Maro

La vita! Ora l'ho capita

È buffa la vita

da piccolo pensi sia infinita

senza ostacoli

incastonata solo di magici spettacoli.

Il sole splende sempre

contro le pareti dalle tenui tempre.

Poi arriva quel giorno

e nel passato non fai ritorno.

Impari a rallentare e cominci a cambiare. 

Non più indenne ti ritrovi diciottenne, 

il percorso è pieno di transenne.

Il gioco preferito smette di respirare

i suoi occhi hanno finito di abbagliare 

ma io lo sento ancora parlare:

" ti devi abbozzolare se crisalide vuoi diventare"

Volare! Questo vorrei tornare a fare.

Ma la strada va in salita e l'erba del prato è sempre più accanita.

Corro, inciampo, mi rialzo

nuove scarpe calzo.

Un inatteso colore vedono gli occhi

sento le lancette ed i suoi rintocchi.

Le pareti son tinte di scarabocchi

solo buio nero nel vaniloquio del pensiero battagliero.

Passi e secondi sempre più profondi.

Poi nel buio la luce! E il nero riduce.

Dalle scapole un dolore gradevole

due ali per me fatali

"volo" dissi e non era un’eclissi. 

In quel passato mai più tornato,

dalla fantasia il mio animo era governato.

Illusorio!  Era solo un accessorio.

Questa è la vita: 

accanita, abbrustolita, divertita, ferita, eremita, incuriosita, imbandita, smarrita, stupita, tradita.

Travestita.

Si, ora l'ho capita!

Critica in semiotica estetica della Poesia “La vita! Ora l’ho capita” di Valentina Di Maro

 

Dal complesso di Giona dell’illusione d’infinità dell’infanzia, al complesso di Medusa, finitudine

del soggetto nel riconoscimento della resistenza oppositiva del mondo come alterità, al complesso

di Atlante, che è volontà attiva di significazione di sé e mondo, è la dialettica ontologica della poetessa. L’isotropismo di tutte le immaginazioni umane segue un duplice movimento d’introversione

e d’estroversione. L’estroversione passa per l’introversione, ma in un secondo tempo non è più la debole volontà d’inghiottire, volontà primitiva e indifferenziata della suzione del mondo; è la volontà che riconosce l’alterità, è la volontà aggressiva e cosciente, la volontà svezzata del morso, che ci protende

e trasforma al significato del mondo.

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