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Valerie Judith Marak

Valerie Judith Marak, Clothesline.jpg

Critica in semiotica estetica dell’Opera “Clothesline” di Valerie Judith Marak

 

La profonda semplicità della serigrafia della Marak omaggia la poesia “Nothing gold stay” di Robert Frost figurando, nella metafora dei panni stesi, l’incredula e fugace sospensione cosciente dell’esistenza, in un’aurea caduca bellezza, che attende l’ombra ineluttabile della sua reintegrazione al grembo terrestre, all’indistinzione inconscia della totalità. Il pensiero è fronda spoglia, in un presente che è già passato, in un’alba che è già tramonto. Eppure, l’artista ferma il flusso dell’impermanenza nell’istante, nella fragilità segnica del transito, nel respiro appeso, che trattiene meraviglia.

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